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Vuoto e materia costruita formano le polarità di base dell'architettura, e non solo. Attraverso la regolazione di questa dicotomia si costruiscono luoghi e città, si gestiscono quelle relazioni che determinano i comportamenti delle persone, si generano spazi profondamente diversi nella forma e nel significato. Il vuoto si può aggettivare come forma primaria di costituzione di un luogo e di un paesaggio. Se da un lato il vuoto ha sempre rappresentato il campo applicativo preferenziale per l'architettura, dall'altro è anche materia di altri mondi e differenti linguaggi espressivi, come musica, letteratura, danza. Il racconto e la condivisione di esperienze multidisciplinari nell'ambito di questo tema ne possono contaminare e allargare il campo dei significati, aprendo a nuovi territori semantici e con essi a nuove opportunità di utilizzo. L'esperienza del vuoto è l'idea posta alla base di questo volume, attraverso il quale si sintetizzano visioni eterogenee (ed italiane), con l'obiettivo d raccoglierle in un contenitore di descrizione e di confronto.